Cradle Mountain National Park, Tasmania © Tourism Tasmania
10 Curiosità sui diavoli della Tasmania
Scopri i miti, le verità e le bizzarre curiosità su questi misteriosi marsupiali.
Se l'ululato di un lupo alla luna ti fa venire i brividi lungo la schiena, aspetta di sentire un diavolo della Tasmania. I primi coloni europei che sbarcarono in Tasmania credettero che il bush fosse popolato da demoni quando sentirono urla tali da far raggelare il sangue. Da qui nasce la definizione di "diavoli". Ora si sa che le loro varie vocalizzazioni (colpi di tosse, ringhi, sbuffi, strilli e persino starnuti) sono studiate per spaventare gli altri animali.
I diavoli della Tasmania hanno il morso più forte di qualsiasi mammifero del mondo, in rapporto alle loro dimensioni. Possono aprire le mascelle fino a 80 gradi e possiedono una forza tale che arriva a rompere le ossa. Possono bucare il metallo e spezzare le gabbie del bestiame e di altri animali. I diavoli usano le loro mascelle incredibilmente potenti per consumare selvaggina senza lasciare resti: mangiano ogni parte della loro preda.
Come tutti i marsupiali, i diavoli della Tasmania immagazzinano il grasso nelle code, che si ispessiscono come il girovita degli esseri umani. Una coda particolarmente grassoccia è segno di un diavolo della Tasmania in salute e, considerando che possono mangiare fino al 40% del loro peso corporeo in un giorno, le loro code possono diventare decisamente paffute.
I diavoli della Tasmania hanno un'abitudine che porta il concetto di "portarsi lo spuntino a letto" a tutto un altro livello. Spesso si appisolano all'interno di una carcassa in putrefazione (cosiddetta "carogna"), cosicché quando si svegliano possono continuare a mangiare. Anche se suona un po' raccapricciante, il loro nutrirsi di carcasse di animali in realtà contribuisce a mantenere l'ecosistema pulito e privo di larve.
Una femmina di diavolo della Tasmania partorisce circa 20-40 cuccioli alla volta. Tuttavia, questi cuccioli devono competere tra loro per raggiungere il suo marsupio, perché sono solo quattro i capezzoli disponibili. Una vita che inizia duramente! Quelli che ce la fanno vivranno nel marsupio della madre per circa tre mesi prima di iniziare ad avventurarsi da soli nel mondo.
Il diavolo della Tasmania detiene questo titolo da oltre 80 anni. La sua dieta consiste unicamente di carne, tra cui uccelli, serpenti e altri mammiferi, arrivando fino ai cuccioli di canguro, ma si nutre anche di carogne. Questo animale sfrutta al massimo le proprie tremende mascelle frantumando e digerendo in modo vorace ossa e tutto il resto.
I diavoli della Tasmania sono molto timidi e normalmente non rappresentano un pericolo per gli esseri umani, a meno che non siano attaccati o intrappolati. Tuttavia, quando si sentono minacciati, producono strani "sbadigli" per mostrare la dentatura tagliente. Sebbene possa sembrare un atto di ferocia, questo comportamento è in realtà più una dimostrazione di paura e ansia che di aggressione.
I diavoli della Tasmania più giovani sono più agili degli esemplari anziani, fino al punto di riuscire ad arrampicarsi sugli alberi. Questa capacità torna loro utile per sfuggire ai diavoli adulti che, se sono molto affamati, si nutrono dei cuccioli. I diavoli della Tasmania sono anche incredibili nuotatori e possono correre a 24 km all'ora per un'ora intera.
I diavoli della Tasmania sono una specie considerata a rischio di estinzione dal 2008. Una delle principali cause di morte sono le macchine che li travolgono mentre tentano di portarsi via le carcasse di animali investiti. Inoltre, una grave forma di tumore facciale ha colpito alcune popolazioni della specie. Unico cancro trasmissibile noto, questa malattia provoca la formazione di tumori attorno alla bocca degli animali infetti, che non riescono più ad alimentarsi. Decine di migliaia di diavoli della Tasmania sono morti da quando la malattia è apparsa alla fine degli anni '90.
Attraverso il programma #DevilComeback, l'organizzazione per la protezione degli animali, Aussie Ark, sta reintroducendo i diavoli nel continente australiano, da cui sono assenti da oltre 3.000 anni. Il piano di reintroduzione prevede il loro ripopolamento in un'area libera dal cancro trasmissibile che aveva decimato la popolazione tasmana dei diavoli.